È possibile fare business attraverso l’uso dei social media?

 

Si è tenuto lunedì 21 settembre a Napoli presso l’hotel Ramada il primo evento ufficiale di Livecode in collaborazione con Mauro Baricca di Casa imbastita Campus. L’obiettivo era di rendere i partecipanti consapevoli della realtà riguardo i social media: quali sono, chi li usa, ma sopratutto perchè usarli per fare business, anche se non si hanno grossi budget da spendere. Grazie ad esempi concreti e operativi dati da chi, tutti i giorni, opera sul campo per definire e attuare le strategie di marketing delle sue aziende, Mauro ha accompagnato i presenti in un coinvolgente viaggio che è partito da molto lontano per arrivare fino a oggi.

Rivoluzione smartphone

Dalla prestoria ci sono state alcune invenzioni che hanno stravolto l’umanità: la scopertà del fuoco, della scrittura, della macchina a vapore fino alle tecnologie più moderne come internet, il web, i computer e infine gli smartphone. Questi piccoli affarini hanno cambiato il nostro modo di comunicare e di approcciarci alla realtà. Grazie a questi device il tempo passato sui social si è dilatato e con esso le attività al suo interno, passando dalle conversazioni personali a quelle di lavoro fino agli acquisti. La velocità però con cui si fanno le cose quotidiane fa si che si debbano compiere azioni molto velocemente, per cui l’approccio con i mobile surfer deve essere molto snello e rapido, il vero segreto che ha un’azienda per differenziarsi ed essere utile è uno: la semplicità.

Le tre chiavi per accedere al futuro

Le parole chiave che Mauro ci suggerisce per guardare al futuro sono tre: disruption, dati e condivisione. Bisogna quindi trovare il modo per interrompere l’ordinario, qualcosa che generi un disordine e attiri l’attenzione. La creatività è importante, ma non è tutto! Non basta essere disruptive, è necessario partire sempre da una base solida che solo i dati possono fornirci, dati che oggi sono disponibili in abbondanza. Infine bisogna condividere, non serve a niente nascondere, avere dei segreti, celare i contenuti per paura della concorrenza, la parola chiave è viral, tutti devono puntare al massimo sharing.

Conosci te stesso, ma prima la tua audience

“Non conta ciò che piace a noi. Conta ciò che piace ai clienti.” Questo è quello a cui bisogna pensare quando si apre un canale sui social media, secondo specifiche esigenze per ogni settore. Non si va sui social per autopromuoversi o autocelebrarsi, le persone sui social sono in cerca di contenuti, più essi saranno utili e unici più si formerà una community. Bisogna dare ciò che serve a loro. che sia un video tutorial, un’infografica o altro. Mauro divide poi l’audience in tre categorie: i nativi digitali, quelli che sono nati con la tecnologia e ne fanno il loro lifestyle; i migranti, sono quelli che si sono dovuti adattare alle nuove tecnologie e infine gli estinti, coloro che si rifiutano di accettare il cambiamento..

Il social media ROI

Come in ogni settore del marketing bisogna capire cosa ci sta tornando indietro del nostro investimento. Cosa è il social media ROI? Questa la domanda che ha aperto il workshop. Se già non è facile dare una risposta, quella data dal nostro speaker ha lasciato un po’ tutti spiazzati. “Se la tua azienda esisterà ancora tra 5 anni.” Un’affermazione tanto netta quanto provocatoria, ma altresì veritiera. Vediamo perché. Partendo dall’assunto che tutti sono su almeno un social media e si collegano quotidianamente, come riscontrato tra i presenti, ma anche dai dati di We are social, bisogna sconfiggere il pregiudizio che essi siano il luogo del fancazzismo. I social network sono la nuova agorà, in cui si discute, ci si incontra, si litiga, ci si appassiona ed è per questo che al loro interno si trascorre molto del proprio tempo libero. Perché “pare brutto” dunque usarli per il proprio lavoro? Solo chi ha grossi budget da spendere può fare social advertising quindi? Solo i lovebrand o le grandi marche? Al contrario. Essendo le barriere d’accesso più basse è proprio alle PMI che servono maggiormente! Questo però se si capiscono due cose fondamentali:

– fare social media marketing è un lavoro, non si può improvvisare nè andare allo sbaraglio, ma bisogna avere una strategia di partenza chiara;

– bisogna investire soldi e aspettare i risultati nel medio lungo periodo (6mesi /1 anno) di lavoro costante secondo il proprio specifico tasso di redemption.

In conclusione possiamo affermare che non solo è possibile fare business per le PMI, ma che è necessario per la loro sopravvivenza, perchè tra 5 anni i nativi digitali saranno il pubblico acquirente e per allora noi dobbiamo aver imparato la loro lingua, altrimenti ci estingueremo. Con investimenti anche minimi è possibili ottenere risultati coerenti con la propria strategia di vendita, l’importante è affidarsi a dei professionisti che ci accompagnino in questo percorso.

 

Grazie a tutti quelli che hanno partecipato, siete stati un pubblico attivo e stimolante!

 

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