Come ogni professione che si rispetti, quella del Social Media Manager è una vera e propria missione, una sorta di “guerra santa” combattuta tra algoritmi di cui il funzionamento si conosce solo per ipotesi e senza certezza alcuna e risultati che possono differire notevolmente tra presenza digitaleROI, ritorno dell’investimento.

Così come, per ogni professione ancora giovane, è facile imbattersi in professionisti improvvisati che – nell’ottica di accaparrarsi clienti – riassumono il social media management e il social media marketing nel postare con raziocino su Facebook. Non abbiamo bisogno di ribadirlo ma non è così.

Si tratta di applicare principi di marketing agli strumenti disponibili, che vanno studiati per essere conosciuti al meglio. Più che del marketing classico, il marketing digitale è soggetto a cambiamenti continui e all’introduzione di nuovi strumenti: il social media manager e il social media marketer devono continuamente stare al passo e investire parte del loro tempo produttivo ad apprendere.

Fatta questa doverosa premessa, non vogliamo convincervi a avvalervi obbligatoriamente della nostra consulenza Livecode Web Agency Napoli in Social Media Marketing per ottenere risultati 😀 ma se non volete privarvi di una strategia social per la vostra attività o per il vostro personal branding almeno cercate di non commettere questi…

5 ERRORI DIFFUSISSIMI

… che a volte commettiamo senza darci troppo peso.

1. “CI HO LA PAGINA FACEBOOK!”

Spesso si dice Social Network e si pensa subito a Facebook. In realtà la definizione di Social Network Digitale è più ampia e include tutti gli strumenti che favoriscono l’interazione sociale. Quindi oltre ai Social Network classici a cui siamo abituati, come appunto Facebook, Twitter, Instagram, Youtube, e a quelli che conosciamo un po’ meno come Pinterest, Tumblr, Reddit, dobbiamo considerare Social Network anche quelli che invece ci sembrano solo strumenti sostitutivi del telefono come Skype, Whatsapp, Snapchat.
Le nuove generazioni infatti li utilizzano in modo costante e sono abituati a quelle interfacce, quindi possono essere un possibile canale di comunicazione con la nostra utenza.

2. “VENDO GLI PNEUMATICI DA NEVE SU TWITTER!”

Sicuramente essere presenti su un social generalista come Facebook è utile, ma se vogliamo fare marketing e il nostro target usa un altro mezzo, non spaventiamoci e usiamolo.
Per il mio shop online di abiti da cerimonia mi converrà usare Pinterest, che è usato molto dalle donne per orientarsi nelle scelte, mentre per i miei piatti gourmet userò Instagram.
In questo caso un’agenzia di comunicazione può aiutarmi conoscendo gran parte dei social e le loro peculiarità.

3. “IERI NON HO PUBBLICATO NIENTE, MA OGGI HO FATTO 37 POST E MEZZO!”

Secondo alcuni studi sul campo, al momento il fattore determinante per promuovere una pagina Facebook – almeno con gli algoritmi con cui finora abbiamo interagito – è la costanza di pubblicazione. Se riusciamo a far capire a Facebook che noi ogni giorno postiamo (per postare intendo inserire sul social) un contenuto, più o meno sempre ad un certo orario, diamo modo all’algoritmo di dare la migliore esposizione ai nostri contenuti. Se invece postiamo in modo disordinato il motore si comporterà allo stesso modo: un tale articolo sarà visto da 1000 persone e il successivo, postato 10 minuti dopo, sarà visto da 50.

Dall’esigenza di scrivere con costanza nasce anche l’esigenza di avere un piano editoriale digitale, un vero e proprio calendario che ci ricorda quando postare cosa.
Lunedì alle 12 ricordiamo che c’è l’aperitivo serale, martedì alle 16 ringraziamo i nostri ospiti del pranzo, mercoledì un post con la ricetta e nel pomeriggio si parla dell’evento del weekend e così via. In questo modo abituiamo anche i nostri utenti ad aspettarsi un certo contenuto in un dato momento.

Per comporre i post ci vengono in aiuto anche i Calendari delle Festività, un elenco di giornate nazionali – dal giorno dell’amicizia al Towel Day – che possiamo usare come spunto. Un calendario interessante è quello di SproutSocial. Su questo punto abbiamo parlato solo di Facebook ma più o meno tutti i Social Network si stanno orientando verso questo algoritmo di pubblicazione.

4. “TRANQUILLO, SU QUEL POST CI HO SPESO UN MIGLIAIO D’EURO!”

Una delle prime cose che accade sui Social Network quando si apre un account business o simili è il continuo apparire di inviti a sponsorizzare i post. Il tasto “Promuovi post” è sempre lì, invitante, ma probabilmente è il modo peggiore per promuovere la propria attività. È un sistema poco flessibile e che ha un rapporto spesa/risultato poco conveniente.

Per i social che ce l’hanno (come ad esempio Facebook) è meglio utilizzare il Gestore Inserzioni dedicato, che consente di definire meglio l’audience a cui mostrare la nostra inserzione e spendere meglio il budget. Per dirne una? Il gestore inserzioni vi permette di definire anche gli orari in cui il vostro post appare in timeline agli utenti potenziali. Quindi un’attività di ristorazione da asporto potrebbe ricavare vantaggio dal concentrare la propria spesa pubblicitaria negli orari in cui gli utenti iniziano ad avere fame, piuttosto che far girare la sponsorizzata ventiquattro ore su ventiquattro e farsi leggere dagli utenti alle due di notte. Come detto prima, però, non dobbiamo farci prendere la mano dalla flessibilità! Non stiamo continuamente lì a modificare audience, budget, dettagli perché non diamo modo all’algoritmo di dosare la visibilità della nostra inserzione.

Un’altra cosa da considerare è che l’audience non è mai perfetta, è una stima fatta dal Social Network in base agli interessi mostrati dall’utente. Quindi Non pensiamo che selezionando età, interessi e località abbiamo la certezza matematica di raggiungere tutto il nostro target: teniamoci un po’ larghi.

5. “CHE ME NE FACCIO DEL SITO, CI HO FACEBOOK!”

Nonostante al momento i social siano un buon mezzo per promuoversi, utilizziamoli soprattutto per portare traffico al nostro sito web. Con i Social Network tipicamente non abbiamo un contratto di fornitura servizi se non dei termini di servizio che abbiamo accettato senza leggere quando ci siamo iscritti e che possono cambiare senza preavviso.

Da quando è nato, Facebook ha cambiato più volte il modo in cui le imprese possono usarlo e sta spingendo sempre di più verso la riduzione di visibilità delle pagine rispetto ai profili personali, a meno di sponsorizzazioni che – anch’esse – costano sempre di più.

Basare la nostra attività solo sui social vuol dire dare le chiavi del nostro negozio a un’entità terza che può a sua discrezione decidere di cambiare gli orari di apertura, spostare l’ingresso o togliere l’insegna: io non lo farei mai per il mio negozio fisico, perché dovrei farlo per quello online?

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