La stessa Carpisa, appena detonata l’indignazione collettiva, ha dovuto fare un passo indietro: la maison della tartarughina nota per le sue borse si è infatti scusata per “la superficialità con la quale è stato affrontato un tema così delicato come quello del lavoro”. Ma non basta: quella che vogliono far passare per superficialità in questo caso è un mix tra arroganzaoscenità. Difficilmente, infatti, si poteva commettere una serie di idiozie crescente del genere in un solo bando (che potete consultare qui).

Ma facciamo un passo indietro. In un momento di sconvolgente creatività Carpisa ha deciso di promuovere un concorso che suona più o meno così:

  • accertati di avere tra i 20 e i 30 anni, con tutte le agevolazioni per l’imprenditore del caso;
  • compra una borsa Carpisa Donna della nuova collezione autunno/inverno e – mi raccomando – senza usare gift card, eh (sia mai risparmi);
  • conserva lo scontrino (sia mai);
  • elabora un piano di marketing (cioè, non un disegnino, un piano di marketing) del lancio della capsule collection a firma Monica e Penelope Cruz (cioè, non propriamente il lancio di una sagra di paese);
  • cedi tutti i diritti della tua creatività all’azienda (riportiamo testualmente: “Con l’invio del/i proprio/i contenuto/i i partecipanti rinunciano a qualsiasi diritto sullo/gli stesso/i, ‘diritto che sarà
    riconosciuto al promotore’, e non potranno avanzare richieste economiche per l’eventuale futuro utilizzo. I contenuti dovranno essere liberi da copyright e non saranno restituiti”);
  • vinci uno stage di un mese con rimborso di 500 €.

Ok, già fa abbastanza ridere così. Ma capovolgiamo un attimo la situazione.

Sono Carpisa, marchio Kuvera con 16 anni di vita. Ho creato un impero fatto di borse e ho apposto la mia tartarughina come sponsor sulle casacche di squadre sportive di livello nazionale. Sul sito dedico una sezione apposita per evidenziare la mia attenzione al marketing (e anche qui riportiamo testualmente):

Carpisa ha sempre posto particolare attenzione agli investimenti in comunicazione, volti non solo a promuovere adeguatamente i prodotti, ma anche a rafforzare l’immagine aziendale. Il materiale pubblicitario è distribuito in tutti i punti vendita, sia italiani che esteri. Ogni anno vengono stampate circa 6mln di copie.
Da anni Carpisa è partner e promotore di iniziative di grande rilievo nel mondo dello sport, della moda, della bellezza e della cultura.
Le Collezioni Carpisa, rivolgendosi prevalentemente ad un target giovane, sono promosse da giovani atleti che trasmettono un’immagine energica, vitale, legata a valori della corretta competizione, pienamente in linea con lo stile e i valori di Carpisa. Tra questi, possiamo citare Federica Pellegrini, Matteo Manassero, Tania Cagnotto e Diego Occhiuzzi.

Ho quindi una linea di borse firmata da Penelope e Monica Cruz – oh, non abbiamo detto Lisa Fusco (che ammiriamo tanto e salutiamo, sia chiaro), ma abbiamo detto proprio Penelope Cruz – e che facciamo? Affidiamo il piano di comunicazione a un contest web?

Penélope Cruz 2007

Ma siamo seri?

I partecipanti al concorso dovranno elaborare un piano di comunicazione per il lancio sul mercato della
capsule collection Carpisa firmata da Penelope e Monica Cruz, collezione ss2018, che includa:
1 – Definizione dei punti di forza e il messaggio del prodotto;
2 – Analisi del posizionamento del brand;
3 – Evidenza degli obiettivi del lancio;
4 – Definizione del target di riferimento;
5 – Definizione del budget;
6 – Dettaglio delle tattiche ed elenco delle azioni di comunicazione.
I candidati dovranno definire il piano considerando la fama del testimonial che firma la collezione e le
seguenti caratteristiche della linea: la collezione oggetto del piano da ipotizzare sarà composta da modelli
capienti e versatili sia dalla costruzione morbida che rigida proposti in una varietà di materiali come il
simil struzzo, la vernice, il saffiano e il materiale granato anche nella versione sfoderata.
I colori predominati sono: nero, deserto, lapis, rosso e blue il tutto delineato dalle galvaniche degli
accessori metallici in oro satinato.

(sulle galvaniche degli accessori metallici abbiamo avuto un sussulto, lo ammettiamo)

Un’azienda che si fregia della sua attenzione al marketing – e non abbiamo motivo di credere che finora non sia stato così – non può nemmeno vagamente immaginare di affidare un progetto così importante e delicato a un concorso a premi.

Supponiamo, ora, che in realtà Carpisa non stesse cercando di acquisire idee geniali dai suoi clienti (paganti). Supponiamo che si tratti davvero di una gara tra creativi (quindi fingiamo che il target di acquirenti Carpisa sia proprio quello di strategist, esperti di marketing e altri professionisti della comunicazione). Una strategia così richiesta, se sviluppata da professionisti e non dal cugino bravo di quell’amico, costa solo nella definizione ore, giorni, settimane di studio e si parla di migliaia di euro, non di spiccioli.

Non è possibile immaginare di ricompensare un lavoro del genere con un mese (uno) di stage retribuito a 500 euro. Non c’è uno – e ribadiamo uno – aspetto di questo concorso che sia riprovevole perché superficiale (come da scuse Carpisa). Tranne, forse, l’idea che un’oscenità del genere passasse sotto traccia: quello sì che è una leggerezza.

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